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10 gennaio 2006

Ode ad una notte d'inverno


Quando l'oblio cresce come una colomba,
ti ricordo e il vento implacabile
grida tra gli alberi e penetra all'improvviso,
dalla nera gola del camino.
Arde il fuoco, lento e la solitudine sorpresa
va verso i suoi rotti alveari,
alta tra questi nostalgici arcani.
L'anima cerca calore tra gli antichi e divorati libri,
nel passaggio fuggitivo tra l'atrocità della terra;
e tanto ti ho amato che mi sembra dolce il passato,
le piogge e il freddo del tempo.


Guardo il mio sembiante qui con me, silenzioso e dritto,
e senza paura plasmo il mio pensiero su queste fiamme
se per caso muoio curando il fuoco, questa notte,
l'eternità e il mistero magico
dei miei antenati - io stesso- in piedi e soli
attorno a me.

E sistemo i miei gravi e aridi capelli,
la nuvola indifferente e ondulante;
nulla del nulla più chiuso e il desiderare,
nell'amare senza desiderio.
E penso a te, sognato, ed è mattino.

                                 Ricardo E. Molinari


2 commenti:

  1. Una poesia scandita dal ritmo di una lunga notte di solitudine e dei pensieri che affollano un'anima sperduta nelle lunghe e lente ore che portano di nuovo alla luce del mattino.
    Non conosco questo poeta ma i suoi versi hanno intriso il mio cuore di un velo di malinconia perchè vi ho ritrovato me stesso.
    Un abbraccio per te.

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  2. Ti lascio due miei versi per commentare una poesia che è splendida nella sua malinconia
    T'ho incontrata per caso...

    E i miei occhi hanno sorriso,

    vivendo un'emozione.

    RispondiElimina

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